Associazione Casa della Resistenza

Parco della Memoria e della Pace

 

Ma perché siamo ancora Fascisti

 

Il bilancio del fascismo rimane purtroppo un conto aperto che Francesco Filippi si propone di indagare e approfondire. Ma perché siamo ancora fascisti? – come suggerisce quel «Ma» iniziale – rappresenta la continuazione e il necessario completamento della riflessione condotta dall’autore nel precedente Mussolini ha fatto anche cose buone. Il nuovo saggio di Filippi parla di fascismo e antifascismo, questioni che, nonostante la negligenza dei media e della “politica”, rimangono quanto mai attuali e scottanti.

Il soggetto sottinteso e, al tempo stesso, gli interlocutori privilegiati di quel «siamo ancora fascisti» sarebbero «gli italiani», o meglio, come l’autore precisa, «la “zona grigia” della coscienza storica del nostro paese».

Il saggio è diviso in due parti.

Nella prima – Cosa non è stato tolto di mezzo – Filippi  analizza i motivi che hanno consentito a uomini e a pezzi significativi del passato regime di riciclarsi e radicarsi nella repubblica: le vicende della RSI e del Regno del sud, la mancata epurazione, il riassetto degli apparati dello stato, il sostanziale fallimento del tentativo di contrastare il neofascismo attraverso la legislazione, dalla XII disposizione della Costituzione fino alle leggi Scelba (1952) e Mancino (1993).

Nella seconda parte – Cosa non è stato costruito – il libro analizza le narrazioni del fascismo che si sono sviluppate nel corso del periodo repubblicano. L’attenzione si concentra da un lato sulla cultura “alta” (le interpretazioni di Croce, Gobetti, Gramsci e Salvemini; il dibattito storiografico da Battaglia a De Felice e Pavone; la letteratura) e dall’altro lato sulla comunicazione e sulla produzione culturale di massa. Qualche cenno è dedicato alla scuola, alla canzone e al giornalismo, mentre maggiore spazio è riservato al mercato librario (Fenoglio, Flaiano, Guareschi, Montanelli, Revelli, Rigoni Stern, Scurati ecc.), al cinema (Fellini, Lizzani, Pasolini, Rossellini, Scola ecc., ma anche la saga di Peppone e don Camillo e la commedia) e alla  televisione.

Il centro di gravità del lavoro di Filippi è dato dalla storia della “mentalità”, una prospettiva di ricerca in grado di offrire nuovi spunti di riflessione ed efficaci strumenti di comprensione del passato e del presente. Veder scorrere, ordinati e interpretati, fatti, nomi, date e circostanze che il libro raccoglie, non solo rinfresca la memoria ma offre anche una spiegazione convincente del perdurare nella società civile di mentalità, comportamenti, istinti auto assolutori e (pre)giudizi che mantengono aperto il conto degli italiani col fascismo.

 

 

Consigliato da Angelo Vecchi

 

Francesco Filippi, Ma perché siamo ancora fascisti?, Torino, Bollati Boringhieri, 2020