Associazione Casa della Resistenza

Parco della Memoria e della Pace

 

Nell’ultimo libro di Pietra De Blasi – Il valore di una scelta. Il no di due internati militari italiani nei campi nazisti di Thale, 1943-45 – la parola ricorrente è «filo spinato». I reticolati, l’incubo della Grande guerra, nel secondo conflitto mondiale, facilmente travolti dai mezzi corazzati, persero la loro funzione militare, ma risorsero attorno ai lager per marcare il confine tra “uomini” e i non-uomini che si trovano dall’altra parte: milioni di prigionieri, di perseguitate e di perseguitati razziali e politici, centinaia di migliaia di internati militari e di deportati civili, tra i quali migliaia di operai che avevano sfidato la croce uncinata scioperando, per quanto riguarda l’Italia. Le loro parole rimasero come trafitte dalle punte acuminate del filo spinato. I sopravvissuti ritornarono irriconoscibili a casa, ma non parlarono, non raccontarono, si chiusero in se stessi. Ebbene è stata questa la grande montagna del silenzio che Pietra De Blasi ha dovuto scalare. Proprio lei nata e cresciuta ad Alcamo, ritenuta una delle culle della letteratura e della lingua italiana, proprio lei, che amava la parola tanto da farne una passione quotidiana con l’insegnamento, si trovò privata della parola del padre Giuseppe (1922-2005) e dello zio Andrea (1920-2011) sopravvissuti agli stalag, principalmente di Sandbostel e di Thale, ma incapaci di raccontare quella drammatica esperienza.

Una parte importante della vita di Pietra è stata spesa nella ricerca tra le pieghe di questi silenzi per ricostruire questa tragedia familiare in un percorso di conoscenza di se stessa ma anche di costruzione di valori collettivi e antifascisti. Si è sviluppata così la trilogia di Scorze di patate (2006), della sua riedizione ampliata nel 2019 e de Il valore di una scelta. C’è un’evoluzione che procede dal racconto, dalla dimensione privata e dal passato alla documentazione rigorosa, alla dimensione collettiva e al futuro. Negli stalag la sopravvivenza può essere segnata da una «scorza», cioè da una buccia di patata, ma la stragrande parte degli IMI (gli Internati militari italiani) sceglie di combattere la dura battaglia quotidiana della vita rifiutando di piegarsi ai ricatti e alle lusinghe dei fascisti e dei repubblichini perché – scrive Pietra – «hanno messo il noi davanti al sé». L’ultima ricerca di Pietra ha il valore aggiuntivo di una preziosa documentazione storica frutto anche della collaborazione con il docente di storia presso il ginnasio di Thale, Heiko Golla che firma la Premessa del volume.

Pietra De Blasi, scomparsa ad Arona l’11 novembre 2024, ci lascia con questo libro una bella e potente eredità. In primo luogo, l’impegno di continuare a raccontare. Se abdichiamo a questo dovere, il racconto si perde, viene ucciso e sopraffatto dall’oblio o, peggio, da altre narrazioni false e bugiarde. In secondo luogo, rimane sempre per questo nostro popolo italiano smemorato il dovere di fare i conti con il passato. Proprio la storia degli IMI mette a nudo quella colpevole indifferenza con la quale si rimuovono i momenti più dolorosi e vergognosi della storia nazionale. Scrive Pietra: «A guerra finita furono accolti con diffidenza o indifferenza dagli italiani “freschi della propaganda fascista” che camuffava gli I.M.I. come cooperatori. Così dal 1946, traumatizzati, delusi e offesi, gli I.M.I. si rinchiusero in se stessi, anche in famiglia e nove su dieci rimossero la memoria del Lager e della loro scelta, forse inutile o sbagliata». D’altro canto basta ricordare che Alessandro Natta dovette attendere più di quarant’anni la pubblicazione per i tipi di Einaudi del saggio L’altra Resistenza. I militari italiani internati in Germania (1996). 

Consigliato da Angelo Vecchi

Pietra De Blasi, Il valore di una scelta. Il no di due internati militari italiani nei campi nazisti di Thale, 1943-45, Cava de’ Tirreni, Marlin editore, 2024, pp. 198