Un romanzo che si legge lentamente per paura di quello che verrà dopo, un romanzo le cui pagine si rileggono per capire meglio, per imprimere le parole che lo scrittore ci dice o ci vuol dire, un romanzo che racconta le sensazioni, i sentimenti di chi era lontano ma aveva il cuore Lì, un romanzo che non si dimentica facilmente ma su cui si torna a riflettere il giorno dopo che si è finito e il giorno dopo ancora e poi ancora.
Due paesi: Germania e Argentina, dal 1928 al 1960 circa, una famiglia ebrea che vive a Varsavia, un giovane, Vicente, che … “sognava un orizzonte più lontano e più vasto di quello offerto da quel vecchio continente su cui già incombeva la sventura …”.
Perché aveva lasciato la Polonia? Aveva combattuto con il maresciallo Pilsudski per difendere il paese in cui viveva, ma non sopportava l’antisemitismo dei suoi compatrioti polacchi. Voleva lasciare l’Europa per fuggire la miseria che minacciava l’intero continente, oppure spinto dal desiderio di scoprire l’America? Va via da Varsavia pensando che avrebbe fatto fortuna all’estero e poi sarebbe tornato e avrebbe rivisto sua madre, sua sorella, suo fratello.
Vicente si ambienta subito a Buenos Aires e oltre ai due amici con cui arriva in Argentina, conosce altre persone. È contento di vivere in quella città. Sposa Rosita, figlia di un ricco commerciante, ha un negozio di mobili ben avviato e tre figli. Malgrado le frequenti lettere della madre che vuole sue notizie, Vicente le scrive poche volte, fino a quando le lettere della madre diventano sporadiche e tristi.
Nel 1939 i tedeschi invadono la Polonia, alla fine del 1940 cominciano ad arrivare a Buenos Aires le notizie di quello che succede a Varsavia e precisamente nel ghetto di Varsavia! Da questo momento in poi cala un profondo silenzio: Vicente piano piano comincia a non parlare più con nessuno e a rimuginare dentro di sé il suo passato, quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto, quello che avrebbe potuto dire e non ha detto e lentamente la protagonista silenziosa del romanzo diventa la madre che non c’è, non parla, non si sa niente di quello che le è successo ma la troviamo in ogni pensiero di Vicente, che si allontana sempre di più dai suoi amici, dalla famiglia, dal lavoro.
Cosa sarà successo alla famiglia di Vicente? È un nipote di Vicente che nel 1958 racconta questa storia.
Consigliato da Gemma Lucchesi
Santiago H. Amigorena, Il ghetto interiore, Vicenza, Neri Pozza, 2020