Di Angelo Filippetti, ultimo sindaco liberamente eletto in una Milano ormai preda della violenza squadrista, si occupa il libro di Jacopo Perazzoli.
Dell’autore ricordiamo il lavoro su Aldo Aniasi, a cui è intitolata la nostra biblioteca: Aldo Aniasi, la tela del riformista, Biblion, 2020. Ricercatore dell’Università di Bergamo, studioso di storia della socialdemocrazia, dell’internazionalismo socialista e democratico, dell’antifascismo, Perazzoli si è giovato nel suo lavoro del copioso archivio privato del sindaco milanese conservato presso l’Istituto Parri.
Filippetti fu animatore della sezione socialista di Arona, una delle prime a costituirsi nella provincia di Novara, dapprima battuta dai venti della repressione crispina e poi travolta dai fatti del 1898. Trasferitosi a Milano mantenne fecondi contatti con la terra di origine. Di salda formazione positivista, ravvivata dal calore dell’utopia sociale, egli fece parte di quella nutrita schiera di medici socialisti a cui Giorgio Cosmacini ha dedicato un agile ma vivo profilo (La forza dell’idea, L’Ornitorinco, 2014). La vita politica di Filippetti fu una navigazione di lungo corso che si snodò dall’esperienza democratico-radicale fino ad attraversare il dramma del primo conflitto mondiale e approdare al biennio rosso e alla reazione fascista. Non mancarono in questo percorso momenti complessi: le oscillazioni tra riformismo, di cui fu testimonianza la duratura amicizia con Turati, e massimalismo, i compromessi nella profonda convinzione che l’unità del partito fosse il bene comune supremo. Non si spensero mai per lui i fari della scienza e dell’internazionalismo, un pensiero derivato dall’antica partecipazione alla Società della pace e sfociato nel proposito, durante il mandato di sindaco, di fare di Milano una città internazionale, europea. Coerente con l’idea di superare il conformismo fu anche la scelta che lo condusse all’unione con Vittoria Usuelli, donna sposata madre di due figli, e alla formazione di una nuova famiglia allietata dalla nascita della piccola Giulia. Il libro di Perazzoli offre uno spaccato intenso della curiosità intellettuale e dello spirito di apertura di Filippetti che, a partire dalle implicazioni sociali della professione medica, in diversa misura si occupò di igiene, naturismo, attività motoria e "salubrità" dell’aria, escursionismo operaio, sport, lotta contro l’alcoolismo, cultura, esperanto, emancipazione femminile, contribuendo alle dinamiche di numerose associazioni popolari e all’organizzazione di categoria dei sanitari.
Centri di gravità del saggio di Perazzoli sono naturalmente l’attività della giunta milanese subentrata a Caldara e le insidie che ne determinarono la fine. Contro l’amministrazione di Palazzo Marino si dispiegò un triplice attacco politico: la martellante campagna di stampa e del “Corriere della sera” di Albertini; la ragnatela di intrighi e di ostacoli cucita dal prefetto Alfredo Lusignoli e, ultimo, lo stillicidio della violenza squadrista. La torbida veemenza e le tinte cupe di questo assalto contribuirono non poco a far dimenticare per lungo tempo l’esperienza della giunta Filippetti. Il volume si avvale del contributo del «mitico archivista del Parri» Andrea Torre sulla fotografia clinica e sociale di Filippetti e dell’intervento del pronipote Andrea Jacchia.
Consiglato da Angelo Vecchi
Jacopo Perazzoli, Angelo Filippetti, l’ultimo sindaco di Milano Prima del fascismo, Milano, Biblion edizioni, 2022, pp. 271. Prefazione di Ezio Mauro, Postfazione di Andrea Jacchia, con una nota di Andrea Torre.